Chinese analysts say the risk of global military conflict is greater under Donald Trump, with the United States more likely to get involved in wars involving smaller nations or allies. That was the case last weekend, when Washington joined Israel's war against Iran with military strikes on three nuclear sites in the Islamic Republic.
"Trump's current term is not about establishing a new international order, but rather accelerating the trend of deglobalization that began during his previous presidency," said Yan Xuetong, a foreign policy expert and professor of international relations at Tsinghua University. "The result is increased military conflict and greater uncertainty in the international community."
While Russia's war against Ukraine did not extend beyond Russia's borders, the war between Israel and Gaza extended to Lebanon, Syria, the Houthis in Yemen and then Iran.
When Israeli planes attacked Iran on June 13, the United States tried to distance itself, with Secretary of State Marco Rubio denying its involvement; but two days before the US attacks, Trump had floated the idea of a two-week window to decide whether to go to war.
The POTUS did not explain why he had abandoned his previous reluctance to engage in military conflict with Iran. Israel likely played a significant role.
China has no direct conflict with the US; yet its allies are dragging them into trouble."
"From this we can understand why everyone believes that the global order is increasingly unstable. The United States appears to lack the ability to decide whether its military operations can be carried out strictly according to its plans, so it is forced to adapt to changing realities,” Yan said.
Last weekend’s attack was the first U.S. military strike in Iran since the 1979 revolution, despite the fact that Iran’s nuclear facilities were monitored by the International Atomic Energy Agency.
Tehran says its nuclear program is for civilian purposes. U.S. intelligence itself has previously said Iran had no plans to develop nuclear weapons. Yet Trump and Israel have said they believe Iran is seeking to develop them.
“The U.S.’s behavior could lead non-nuclear states to question whether their facilities could be targeted,” he added, “so more countries might consider nuclear weapons necessary. That would lead to global proliferation.”
(https://www.scmp.com/news/27 Jun 2025)
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I cinesi vedono Trump trascinato nelle guerre dagli alleati
Secondo gli analisti cinesi, sotto la guida di Donald Trump il rischio che scoppi un conflitto militare globale è maggiore, con gli Stati Uniti propensi a essere coinvolti in guerre che coinvolgono nazioni più piccole o alleati. E' avvenuto lo scorso fine settimana, quando Washington si è unita alla guerra di Israele contro l'Iran con attacchi militari su tre siti nucleari nella Repubblica Islamica.
"L'attuale mandato di Trump non mira a stabilire un nuovo ordine internazionale, bensì ad accelerare il trend di deglobalizzazione iniziato durante la sua precedente presidenza- afferma Yan Xuetong, esperto di politica estera e professore di relazioni internazionali presso l'Università di Tsinghua- Il risultato è un aumento dei conflitti militari e una maggiore incertezza nella comunità internazionale".
Se la guerra della Russia contro l'Ucraina non si è estesa oltre i confini russi, quella tra Israele e Gaza si è estesa al Libano, alla Siria, agli Houthi nello Yemen e poi all'Iran.
Quando gli aerei israeliani attaccarono l'Iran il 13 giugno, gli Stati Uniti cercarono di prendere le distanze, con il Segretario di Stato Marco Rubio che negò il loro coinvolgimento; ma due giorni prima degli attacchi americani, Trump aveva espresso l'idea di un lasso di tempo di due settimane per decidere se entrare in guerra.
Il POTUS non ha spiegato perché avesse abbandonato la sua precedente riluttanza a uno scontro militare con l'Iran. Israele ha probabilmente svolto un ruolo significativo.
La Cina non ha alcun conflitto diretto con gli Stati Uniti; tuttavia sono i suoi alleati a trascinarli nei guai".
"Da questo possiamo capire perché tutti ritengono che l'ordine globale sia sempre più instabile. Gli Stati Uniti sembrano non avere la capacità di decidere se le loro operazioni militari possano essere svolte rigorosamente secondo i loro piani, per cui sono costretti ad adattarsi alle realtà in continua evoluzione", sostiene Yan.
L'attacco dello scorso fine settimana è stato il primo attacco militare statunitense in Iran dalla rivoluzione del 1979, nonostante il fatto che gli impianti nucleari iraniani erano monitorati dall'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Teheran dichiara che il suo programma nucleare è a fini civili. La stessa 'intelligence statunitense aveva precedentemente affermato che l'Iran non aveva in programma di sviluppare armi nucleari. Eppure Trump e Israele hanno affermato di credere che l'Iran stesse cercando di svilupparle.
"Il comportamento degli Stati Uniti potrebbe indurre gli stati non nucleari a chiedersi se i loro impianti potrebbero essere presi di mira"- ha aggiunto- per cui un numero maggiore di paesi potrebbe considerare le armi nucleari come necessarie. Questo causerebbe la proliferazione globale".
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