Taiwan enters recession on weak worldwide demand for its electronics. Global inflation and rate-hike pressure also contributed to a second-straight quarter of economic contraction for the island, this time by more than 3 per cent. Tech makes up 30 per cent of Taiwan's US$800-plus billion economy, and its factories ship nearly two-thirds of the world's computer chips.
Eurozone economy narrowly avoids recession. Warmer winter, lower energy prices, fiscal stimulus and China's reopening help bloc surprise economists and avoid severe downturn. It has defied predictions that the Ukraine war would plunge it into recession. Eurostat showed that growth in the 20 countries using the euro stood at 0,1% in the first three months of 2023. Germany stagnated, Italy and Spain performed better and France too. The prospects remain weak because ECB wants to fight strong underlying inflationary pressure with higher interests rates. Domestic demand has been hit hard by the energy shock followed by monetary tightening. The annual inflation rate came down in March from 8,5% to 6,9%. ECB will raise rates by 0.25 percentage points.
The US actual economic data is sending very different signals. Business investments is sluggish but has not been much of a growth driver to begin with, and consumer demand is holding steady. In spite of high-profile layoff headlines, the labor market remains historically strong, even as wage growth cools. A recession should not be ruled out completely. After all, Fed believes higher unemployment is one way to bring inflation under control. But the time to be most concerned about recession was last year, when residential investment was collapsing, global growth was tumbling, and energy prices were surging. Deposits in the banking system appear to have stabilized. Bank lending as a percent of US GDP is essentially unchanged since 2016 so the US economy is not nearly as sensitive to shifts in the availability of credit as is thought. Fed wants to give the economy the benefit of the doubt. After all, they have been underestimating inflation and employment for the better part of the last year.
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Il fantasma della recessione
Taiwan entra in recessione per la debole domanda mondiale della sua elettronica. Anche l'inflazione globale e il rialzo dei tassi hanno contribuito a un suo secondo trimestre consecutivo di contrazione economica, questa volta di oltre il 3%. La tecnologia costituisce il 30% dell'economia di oltre 800 miliardi di dollari di Taiwan e le sue fabbriche spediscono quasi i due terzi dei chip per computer del mondo.
L'economia dell'Eurozona evita per un pelo la recessione. Inverno più mite, prezzi dell'energia più bassi, stimoli fiscali e riapertura della Cina sorprendono gli economisti ed evitano una grave recessione. Il blocco ha sfidato le previsioni secondo cui la guerra in Ucraina l'avrebbe fatto precipitare nella recessione. Eurostat ha mostrato che la crescita nei 20 paesi dell'euro si è attestata allo 0,1% nei primi tre mesi del 2023. La Germania è ristagnata, meglio l'Italia e la Spagna e anche la Francia. Le prospettive rimangono deboli, perché la BCE vuole combattere la forte pressione inflazionistica di fondo con tassi di interesse più elevati. La domanda interna è stata duramente colpita dallo shock energetico, seguito dalla stretta monetaria. Il tasso annuo di inflazione è sceso a marzo dall'8,5% al 6,9%. La Bce alzerà i tassi di 0,25 punti percentuali.
I dati economici attuali degli Stati Uniti stanno inviando segnali molto diversi. Gli investimenti delle imprese sono lenti, ma non sono stati un iniziale grande motore di crescita. La domanda dei consumatori si mantiene stabile. Nonostante i grandi titoli sui licenziamenti, il mercato del lavoro rimane storicamente forte, anche se la crescita dei salari si raffredda. Una recessione non dovrebbe essere completamente esclusa. Dopotutto, la Fed ritiene che un aumento della disoccupazione sia un modo per tenere sotto controllo l'inflazione. Il momento di maggiore preoccupazione per la recessione però è stato l'anno scorso, quando gli investimenti residenziali stavano crollando, la crescita globale pure e i prezzi dell'energia aumentavano. I depositi nel sistema bancario sembrano essersi stabilizzati. I prestiti bancari in percentuale del PIL degli Stati Uniti sono sostanzialmente invariati dal 2016, quindi l'economia statunitense non è così sensibile ai cambiamenti nella disponibilità di credito come si pensa. La Fed vuole concedere all'economia il beneficio del dubbio. Dopotutto, hanno sottovalutato l'inflazione e l'occupazione per gran parte dell'ultimo anno.
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