<Avremo tanti visitatori cinesi in più> <Perché?> <Voli charter da Canton ogni giorno, vogliono l'invito per almeno 10-15 giorni, poi vanno a visitare Parigi, Roma, Milano>. Eravamo a cavallo degli '80\'90, organizzavamo a Bologna la fiera delle pelli, minuterie e suole, Lineapelle, che avevo fondato a Milano, spostato a Bologna per causa del presidente regione Lombardia e da me riportata a Milano alcuni anni fa, città con sopraggiunto primato nella moda internazionale. Guangzhou era l'enorme, principale distretto della calzatura cinese. A fine manifestazione i numeri non tornavano, i loro ingressi risultavano sempre inferiori agli arrivi dichiarati per i permessi. <Scappano dal paese? Attenti, c'è il penale anche per noi organizzatori>.
Macché, erano i primi rivenditori del traffico "daigou", arrivavano in Italia per sciamare nel continente a far compere da cedere con ricarico ai connazionali in patria.
Vengono e vanno per l'arte, il turismo ma innanzi tutto per il compra e rivendi.
Ancora 5 anni fa una Gucci o una Chanel là costava fino all'80% in più. Il 40% degli acquisti durante i viaggi all'ovest ha questo scopo. Una moltitudine di persone , che torna a casa per rivendere, su commissione e non, gli articoli del nostro lusso, per un giro d'affari, che 3 anni fa era pari a $ 6,3 miliardi. E' praticamente un terzo di tutti i loro acquisti del fashion top, circa €105 miliardi (oltre il 30% del totale mondiale).
Quanti lo praticano? Forse 1 milione, almeno fino a poco fa.
Negli anni '90 , come raccontato nell'incipit, iniziarono i viaggi di massa, che gli mostrarono quanto all'estero gli oggetti della moda costassero meno, privi di ricarico dettagliante, maggiore costo del trasporto, imposte.
Pare li abbia stimolati anche la morte di bambini, 10 anni fa, provocata da latte in polvere cinese, che spinse le famiglie verso i beni esteri, non solo alimentari.
Pechino ha perso entrate fiscali e ha rimediato con tagli daziari che attenuassero il divario prezzi. Nel 2012 sull'abbigliamento gravava il 14\25%, adesso solo il 7,1%.
La dogana è diventata attenta e severa, soprattutto sulla merce non dichiarata.
I francesi (Gucci, Hermes, Louis Vuitton) ci hanno guadagnato parecchio in passato. Oggi si è aggiunta la concorrenza online, libera da tributi, per cui complessivamente il gap è sceso al 10%. Accettabile a certi livelli, come la Vuitton New Wave, che in Francia va a €1.680.
Attualmente chi rivende online deve registrarsi in Cina e nella nazione, ove compera, deve pagare le tasse, rischiare condanne e sanzioni.
Tale mercato perciò si sta ridimensionando, scemano vistosamente gli 'intermediari', ad esclusione di chi ha articoli culto o numerati. I falsari si difendono, spacciando per parigini i loro oggetti sui canali chat (WeChat, Instagram).(Washingtonpost.com, Jan 29, 2019). Anche Weibo è ottimo veicolo.
Poco incisivi su quei social gli europei e gli italiani in particolare. Uno degli ultimi italiani rimasti è Prada: 16,5 milioni di follower su Instagram e 450,000 appena su Weibo.
Il rallentamento economico cinese colpisce i milord dell'abbigliamento e degli accessori, per cui 1 milione di visitatori\rivenditori nei loro negozi europei a rischio scomparsa proietta un'ulteriore minacciosa ombra sulla tenuta dei conti.
The daigou traders- 1 million- are declining
Re-sellers daigou , 1 million less
In the late '80 many Chinese started to come to Bologna at Lineapelle , the exhibition of leathers and other supplies that I founded in Milan, that I moved to Bologna and for good I brought again it to Milan, become a capital of international fashion, few years ago. The declared number of authorized travellers was always higher than the visitors from Guangzhou, shoemakers' district. They asked usually an invitation of 10\15 days at least for going to Paris, Rome, Milan.
There, it was the beginning of re-sellers market.
5 years ago big houses (Gucci, Chanel) priced their goods 80% higher in China than in Europe so the buyers on behalf (they said..) of somebody else accounted for 40% of luxury goods purchased by Chinese consumers. Such gray market is estimated to be worth $6.3 billion. The Chinese consumers spent €105 billion on luxury purchases in 2017, a third of the global total.
The 'special' traders are many , may be 1 million.
When Chinese tourists began travelling abroad a decade ago (see above) it was noticed how much cheaper certain items were overseas, because of markups by retailers, the higher transportation costs, the taxes.
When the Chinese powdered milk killed some children, more people turned to foreign products, not only food.
Chinese government has been losing out on potential tax revenue so has cut import taxes like in clothing from 14\25% in 2012 to 7.1% in 2018. And Chinese custom officials have started to crack down on travellers returning from fashion meccas with undeclared merchandise.
French brands like Gucci, Hermes, Louis Vuitton have been clear winners.
A legal change cut the cost of online purchases so a Vuitton New Wave handbag that sells for €1,600 in France now costs only about 10 percent more in China.
Buyers in China can order goods from abroad without paying custom duties. A new e-commerce law requires taxes or face fines and criminal charges.
Bigger 'special' traders (daigou) are sinking unless they provide access to cult labels and limited edition items. China's counterfeiters , some of whom thrive by passing off their fakes as re-seller from Paris, stay in business via social such as WeChat and Instagram.(Bloomberg News, Jan, 29, 2019).
Weibo is also important but there Europeans and mostly the few remaining Italian houses are still tiny. Take Prada, it has 16.5 million followers on Instagram and merely 450,000 on Weibo.
The slowdown in the Chinese economy is already hurting the European brands of top fashion. If the one million of re-sellers disappears they will suffer much more.
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