Less or more greenwashing post pandemic?

 The deceptions of greenwashing behind the words: sustainable, ecological, natural, green, circular economy etc. Food and fashion label and declare, often reinforcing with certifications of specialized but self-referential bodies or with performances by famous people, specially paid.

The phenomenon will explode when governments invest large post-pandemic budgets, having been unable to prevent and eliminate. They will want to make up for jobs lost to the crudely imposed lockdowns with the support of lost scientists.

'Greenwashing' was coined by environmentalist Jay Westerval in 1986: misleading advertisements, false claims of companies, which flaunt an environmental commitment higher than that actually practiced to deceive customers and authorities.

Fashion abuses it, whether fast or luxury, despite the current prevalence of communicators lashing out at the former in the interest of the latter.

Ethical, for example, is a vague term, with no legal or technical definition, difficult to verify. The big brands use the huge profits of the global market to promote their 'green' production, having behind them a polluting supply chain and a cynically exploited workforce in the poor areas of the planet. Which in the storytelling tales, incidentally, is now on fire now flooded now poisoned in the air now overpopulated.

2 years ago H&M launched Pinatex leatherette articles, made with orange peels and pineapple leaves instead of skinned animals, acquiring an animal rights merit and an environmental demerit for the use of plastics. Primark, ASOS, Zara, Boohoo are mentioned for the same reason. The press is silent, due to advertising contracts and well-off target of readers, on the European and American luxury brands, which suffer more for the spending habit of fast than for the lost consumers. Bernard Arnault, owner of the first luxury group, French LVMH, is however the third richest man on the planet according to Forbes with $ 152.9 billion. Asos' CmiA (Cotton made in Africa) is boasted to be a tool for improving local farmers, who actually continue their life of hardship. The python, cashmere and crocodile farms, built by the milords of luxury in the promise of non-existent support for the future of indigenous peoples in Asia and South America, resemble it. Not to mention the abuse of work applied in parallel with the fast. Among the safest brands, certain columnists point to Everlane, Patagonia, Doodlage and Nike, which would be reducing marketing costs to the advantage of those for research and development. (downtoearth.org.in / Feb 16,2021)

The task of making communication transparent lies with the public regulators, not with the management of the companies, which must sell at the maximum profit. In addition to unemployment and the desertification of the SME network, the issue of air (and water) pollution will revive due to the incidence in covid mortality. Fashion will have to radically transform, first recycling then eliminating any waste upstream and downstream. Unless with greenwashing it is once again able to cheat.


Più o meno greenwashing dopo la pandemia?

Gli inganni del greenwashing dietro le parole: sostenibile, ecologico, naturale, verde, economia circolare etc. Cibo e moda etichettano  e dichiarano, spesso rafforzando con certificazioni di enti specializzati ma autoreferenziali oppure con performance di personaggi famosi, appositamente remunerati.

Il fenomeno esploderà quando i governi investiranno grossi budget post pandemia, essendo stati incapaci di prevenire ed eliminare. Vorranno recuperare i posti di lavoro persi a causa dei lockdown, da essi imposti rozzamente, con il supporto di scienziati smarriti. 

'Greenwashing' fu coniato dall'ambientalista Jay Westerval  nel 1986: pubblicità fuorvianti, false affermazioni di imprese, che ostentano un impegno ambientale superiore a quello  concretamente praticato per ingannare clienti e autorità.

La moda ne abusa, che sia fast oppure lusso, nonostante la prevalenza attuale dei comunicatori si scagli sulla prima nell'interesse della seconda.

Etico per esempio è un termine vago, privo di definizione legale o tecnica, difficilmente verificabile. I grandi marchi usano gli enormi profitti del mercato globale per promuovere la propria produzione 'verde', avendo alle spalle una catena di approvvigionamento inquinante ed una manodopera sfruttata cinicamente nelle aree povere del pianeta. Il quale nei racconti affabulatori, per inciso, ora è in fiamme ora allagato ora avvelenato nell'aria ora sovrappopolato.

2 anni fa H&M lancia articoli similpelle Pinatex, fatti con bucce d'arancia e foglie d'ananas anziché animali scuoiati, acquisisce un merito animalista e un demerito ambientalista  per l'impiego di sostanze plastiche. Primark, ASOS, Zara, Boohoo sono citati per la stessa ragione. La stampa tace, causa contratti pubblicitari e target benestante di lettori, sulle griffe europee e americane del lusso, che soffrono più per il duraturo modello di consumo del fast che per i consumatori persi. Bernard Arnault, padrone del primo gruppo del lusso, il francese LVMH, comunque è per Forbes il terzo uomo più ricco del pianeta con $152.9 miliardi di dollari. Il CmiA(Cotton made in Africa) di Asos è vantato per essere strumento di miglioramento degli agricoltori locali, che in realtà continuano la propria vita di stenti. Gli somigliano le farm di pitoni, cashmere, coccodrilli, costruite dai milord del lusso nella promessa di inesistenti sostegni al futuro delle popolazioni indigene in Asia e Sud America. Per non citare l'abuso del lavoro applicato in parallelo con il fast. Tra i brand più sicuri certi editorialisti indicano Everlane, Patagonia, Doodlage e Nike, che starebbe riducendo i costi di marketing a vantaggio di quelli per ricerca e sviluppo.                  (downtoearth.org.in /Feb 16,2021)

Il compito di rendere trasparente la comunicazione spetta ai regolamentatori pubblici non al management delle società, che deve vendere al massimo utile. Oltre alla disoccupazione ed alla desertificazione della rete di SME, la questione dell'inquinamento atmosferico (e idrico) riprenderà vigore per l'incidenza nella mortalità da covid. La moda dovrà radicalmente trasformarsi, prima  riciclando poi eliminando ogni scarto a monte e a valle. A meno che con il greenwashing riesca ancora una volta ad imbrogliare.

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