Phones aren't rotting our brains

 Outsourcing our memories isn't really anything especially new. Leonardo da Vinci wrote to-do-list, Samuel Pepys wrote a diary, Victorians took photographs with their deceased loved ones to honor  their memory. But scientists today say that our dependence on smartphones to remember important information could be harming our memories.
Sam Gilbert, cognitive neuroscientist at London UCL: "Some aspects of short-time memory can be harmed and others helped by using your phone as a memory device. If you store something like a shopping list in your phone and it then runs out of battery, you will probably find that you remember it less well than if you relied on your own memory, all along . On the other hand, your memory for other things will probably be improved if you do not spend all your time thinking about the shopping list"
For us smartphones bookend our days, as we woke in the morning to the tinny chime of an iPhone alarm and drift of at night after numbing our brain with TikTok. For our walking hours Gen Z has a staggering average screen-time of 7 hours and 20 minutes a day.
Much of the time is spent doing practical things, like jotting down notes or reminders. According to a survey by Kaspersky Lab, 91 percent of people use the internet "as an extension of their brains", with 2 percent relying on their memories alone to remember information.
Notes app is often a miscellany of lists-groceries, birthday present ideas, things to do while camera roll is littered with screenshots of articles to read. Our sense of direction is an unexercised  part of brain which has always outsourced its work to Google Maps or Citymapper.
Dr Sam Gilbert :" Over 2,000 years ago Socrates warned that writing things down might make people forgetful. In my opinion, these fears are greatly overstated. Smartphones can cause distraction, can impact cognitive function but there aren't clear evidences that cause long-term cognitive harm. We use tools to enhance our abilities both physical and mental."
A 2021 survey by memory researcher Catherine Loveday found that 80 percent  of participants felt that their memory is worse now than before the pandemic.
Marianne Soret, writer on Tabloid Art History, believes we're all more inclined to commemorate the little things as a result of the pandemic and lockdowns:"We suddenly couldn't have access to life events so we needed to find another way to make sense of our lives. 'Pics or it didn't happen is a joke, but I do think personal photographic archives are a part of  how we understand the direction of our lives."
Phones aren't rotting our brains.                               (dazeddigital.com/ July 8, 2022)

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Il cellulare non rovina il cervello

Esternalizzare i nostri ricordi non è niente di particolarmente nuovo. Leonardo da Vinci scriveva una lista di cose da fare, Samuel Pepys ha redatto un diario, nel periodo vittoriano si scattavano  fotografie con i propri defunti per onorarne la memoria. Oggi però gli scienziati sostengono che la nostra dipendenza dagli smartphone per ricordare le cose importanti potrebbe danneggiarci la memoria.
Sam Gilbert, neuroscienziato cognitivo presso l'UCL di Londra: "Alcuni aspetti della memoria a breve termine possono essere danneggiati e altri aiutati, quando si usa il cellulare come strumento di memoria. Se vi si memorizza qualcosa come una lista della spesa e la batteria si esaurisce, probabilmente si capirà che ricorderesti meglio se facessi sempre affidamento sulla tua personale memoria D'altra parte, la  memoria per altre cose funzionerebbe meglio  se non si  passi tutto il tuo tempo a pensare alla lista della spesa "
Gli smartphone riempiono  le nostre giornate. Ci svegliamo al mattino al suono metallico della sveglia iPhone, e ci adagiamo la notte dopo aver addormentato il nostro cervello con TikTok. Circa le ore di cammino la Gen Z ha un'incredibile durata media di osservazione dello schermo pari a 7 ore e 20 minuti al giorno.
Gran parte del tempo al cellulare viene dedicato a cose pratiche, come gli appunti o i promemoria. Secondo un sondaggio di Kaspersky Lab, il 91% delle persone usa Internet "come un'estensione del proprio cervello"; mentre il 2% che fa affidamento solo su se stessi  per rammentare le informazioni.
L'app Note è spesso una miscellanea di elenchi: generi alimentari, idee per regali di compleanno, cose da fare; invece il rullino fotografico è pieno di schermate di articoli da leggere. Il nostro orientamento lascia inattivo il cervello per affidare il  lavoro a Google Maps o Citymapper.
Dr Sam Gilbert: "Più di 2000 anni fa Socrate avvertì che scrivere le cose potrebbe far dimenticare le persone. Secondo me, queste paure sono molto sopravvalutate. Gli smartphone possono causare distrazione, possono influire sulla funzione cognitiva ma non ci sono prove chiare che causino a lungo termine danno cognitivo. Usiamo da sempre  strumenti per migliorare le nostre capacità sia fisiche che mentali.
Un sondaggio del 2021 della ricercatrice sulla memorizzazione Catherine Loveday ha rilevato che l'80% dei partecipanti sentiva che la propria memoria fosse peggiorata rispetto a prima della pandemia.
Marianne Soret, scrittrice su Tabloid Art History, crede che siamo diventati più inclini a commemorare le piccole cose dopo  pandemia e lockdown: "Improvvisamente non potevamo più accedere agli eventi della vita sociale, quindi dovevamo trovare un altro modo per un senso dell'esistenza. 'Foto o non è successo' è un detto  scherzoso; ma penso che gli archivi fotografici personali facciano parte del modo con  cui prendiamo cognizione della  direzione  della nostra vita".
Insomma,i  telefonini non  stanno facendo marcire il nostro cervello.     (dazeddigital.com/ 8 luglio 2022)

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