A new thriller: "Fast Fashion killer"

La giornata mondiale dell'acqua, 22 marzo. Il 23 esce il pezzo "How Fast Fashion is Killing Rivers Worlwide". K.Webber riporta su EcoWatch(www.ecowatch.com) ciò che la gente dice :<indoviniamo il colore della stagione da quello dei fiumi>.Siamo nella fabbrica del mondo,la Cina, dove il 70% dei corsi è contaminato dal tessile,spinto dal fast fashion a velocità incontrollata. Dopo 3 anni di ricerche e riprese, è uscito il cortometraggio RiverBlue,prodotto da Lisa Mazzotta,appena applaudito al festival di Washington,pronto a navigare in Usa, Canada,Messico. Farà danni. Nel sottotitolo spera:la moda può salvare il pianeta? E' stato guidato da Mark Angelo,esponente del conservazionismo. Osserva le onde<devastate da miscugli tossici di residui chimici del denim e della pelle..ormai senza vita, nonostante le popolazioni (India e Bangladesh comprese) ci si immergano e ci bevano,con incidenza alta di tumori,afflizioni gastriche ed epidermiche>. Il trailer si tuffa nel Buriganga,Dhaka 50 milioni di abitanti e sede affollata di aziende tessili e conciarie, fornitrici dei confezionisti di accessori. Le sostanze usate <possono disgregare i sistemi ormonali e nervosi di chi è a contatto,i bambini che ci lavorano sono destinati a malattie future>. Nell'indiana Kanpur oltre 400 tanneries  <rovesciano toxic chromium che finirà nel latte e nell'agricoltura>. Il film messaggia: i brand stanno distruggendo l'ambiente per ridurre continuamente i costi e il consumatore deve intervenire. Il low cost diventa un costo alto per la natura e per la salute. La cosa nacque quando uno dei 2 registi vide on  Google Image una foto della Nasa sul China's Pearl River, attraversato da una striscia inquinante blu scuro nella Xintang province, dove fanno i jeans. Fino agli anni '90 El Paso,Texas, era la capitale con 2 milioni di paia alla settimana, dal Nafta il lavoro si spostò ove  pagavano meno,cioè Mexico e quindi Cina, Indonesia, Bangladesh. La macchina da presa alla fine da distruttiva si fa costruttiva:trattamento del tessuto con laser,la milanese Italdenim con il finissaggio innocuo di chitosan e il riciclaggio. < Chi acquista fast fashion,i giovani,deve cercare l'articolo eco. E' proprio necessario comprare di più? Il problema è il consumismo>. L'autrice dell'articolo, Kathleen Nicholson Webber,studia da tempo come le firme possano dotarsi di una filiera etica e sostenibile;non solo, osserva se la manifattura dell'abbigliamento  possa tornare in Usa. Capito che Donald Trump non era e non è da solo? Ambientalisti ingenui comunque ,i finanziatori di quel degrado in cinica gara tra loro sono i competitor occidentali(americani,francesi,italiani),che pretenderanno una fiumana di  soldi dai compatrioti per tornare a casa con un ciclo 'virtuoso'.



In the opening scene of the new documentary RiverBlue you can hear saying "there is a joke in China that you can tell the 'it' color of the season by looking at the color of the rivers". In China 70 percent of the rivers and lakes are contaminated .The film premiered to a sold out crowd at the Environmental Festival in Washington and will be featured at the Cleveland Fest April 3-5 and at many other festivals. It paddles the rivers devastated by a toxic brew of chemical waste from the denim and leather industries. There is a high incidence of cancer and gastric and skin issues. In Buriganga river(Dhaka) denim  producers and tanneries which supply fashion accessories industries use chemicals that can disrupt hormonal and nervous systems. In Kampur,India, more than 400 tanneries dump toxic chromium into the water which subsequently turns up in cow's milk and agriculture products. Are brand-name clothing corporation disregarding the environment for making their clothes cheaper and cheaper? From the 1960s to the 1990s El Paso, Texas, was the blue jeans capital,then  the Nafta allowed brands to find cheaper labour outside. The directors hope the movie will be an agent of change and think teens and college students , who buy the most fast fashion , are the ones who can make the most change. <Do you really need to buy more clothes? Consumerism is the problem>. The journalist who wrote the article has explored the re-shoring of garment manufacturing in the U.S. How the naive ecologists can believe the Americans, the French, the Italians who fund such Asiatic degradation would re-shore without asking a flood of money?


Creative director:Marcello Morra                                                                Next:April 2

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