Instagram, Twitter, Facebook : 3 ponti con il mondo. Depressione , solitudine..?

Sei su Instagram o su Facebook: gli altri si divertono, hanno più like? Pensa però agli amici e amiche, che ti sei fatti oppure a quelli recuperati dal passato. Se aggiungiamo Twitter abbiamo tre ponti con il mondo esterno, che attraversiamo quando vogliamo.
Solitudine per colpa dei social media ? E' il contrario. 
I conflitti interiori si affrontano anche chattando, senza le inibizioni di una presenza fisica o di un rapporto ufficiale. La realtà sociale con le sue dinamiche entra istantaneamente nel display. 
Da Twitter, per esempio, abbiamo capito l'orientamento politico prevalente degli elettori, poi riversatosi nel voto degli ultimi anni in America e in Europa, a smentita delle previsioni fatte dalle classi al potere.
Delusione per contatti mancati o conflittuali nelle chat?  Succede quotidianamente nella vita lavorativa e familiare, senza precipitare necessariamente in vera depressione.
Chi la subisce e non riesce a spiegarla con le parole,  lo fa con le immagini. Sono meno vivide, scure, grigie, poco simmetriche, prive di profondità. Succede perché ci si ritira dagli altri, si perde in espressività. Ansia? Sentendo la pressione per soddisfare le aspettative positive della società, si evita di pubblicare foto, anche personali, in quanto potrebbero risultare tristi od ansiogene.
Su tali basi stanno costruendo modelli algoritmici per identificare chi ha bisogno di cure. Metà degli adulti americani e l'80% dei bambini in difficoltà psicologica sono senza assistenza. 
Instagram e Twitter già fanno test in cui nascondono il numero dei retweet o Mi piace per ridurre tensioni e concorrenza , che danneggiano l'autostima, specialmente nei giovani. (inquirer.com \May 22, 2019)
Spesso chi demonizza queste piattaforme si sente minacciato nella professione, vedasi giornalisti della carta stampata , abituati a imporre la propria opinione in politica, cronaca, moda ove l'influencer ha travolto riviste e firme patinate. Denunciano ripetutamente violazioni della privacy, invocano norme che paralizzino la libertà degli utenti, additano la nascita di patologie quali invidia, complessi d'inferiorità, frustrazioni, paure. Gonfiano le ipotesi di manipolazione delle volontà  e scelte pubbliche nel voto, nel consumo, nel rifiuto del conformismo (surriscaldamento, globalismo etc).
Uno studio britannico sugli adolescenti ha constatato che gli effetti sul benessere mentale sono limitati. Del resto la dipendenza da droghe è molto, molto più allarmante di quella da internet, che, volendo, si tronca rapidamente.
Prendiamo Facebook, il suo linguaggio consente di capire se l'utente è depresso, ansioso oppure se si sta costituendo e cementando un gruppo su temi condivisi, dalla razza ad un obiettivo collettivo. 
E' tutto materiale di ricerca, compresi i siti di gioco on line, per coloro che si occupano di disagi mentali rari, personalità bipolari o borderline. ( inquirer.com \ May 31, 2019)




Instagram,Twitter, Facebook: 3 bridges with the world. Depression, loneliness..?

Are you on Instagram or on Facebook: do others have fun, do they have more likes? But think of your friends and friends, whether you made yourself or those recovered from the past. If we add Twitter we have three bridges with the outside world, which we cross when we want.
Loneliness because of social media? Is the opposite.
The inner conflicts are also faced by chatting, without the inhibitions of a physical presence or an official relationship. The social reality with its dynamics instantly enters the display.
From Twitter, for example, we understood the prevailing political orientation of voters, which then flowed into the vote in recent years in America and Europe, to deny the forecasts made by the ruling classes.
Disappointment for missed or conflicting contacts in chats? It happens daily in work and family life, without necessarily falling into real depression.
Those who suffer it and cannot explain it with words, do so with images. They are less vivid, dark, gray, not very symmetrical, without depth. It happens because one withdraws from others, one loses expression. Anxiety? Feeling the pressure to meet the positive expectations of society, we avoid posting photos, even personal ones, as they could be sad or anxious.
On this basis they are building algorithmic models to identify those in need of care. Half of American adults and 80% of children in psychological distress are without assistance.
Instagram and Twitter already do tests where they hide the number of retweets or I like to reduce tensions and competition, which damage self-esteem, especially in young people. (inquirer.com \ May 22, 2019)
Often those who demonize these platforms feel threatened in the profession, see journalists from the print media, accustomed to imposing their opinion on politics, news, fashion where the influencer has swept magazines and glossy signatures. They repeatedly denounce privacy violations, invoke rules that paralyze users' freedom, point to the birth of pathologies such as envy, inferiority complexes, frustrations, fears. Inflate the hypotheses of manipulation of wills and public choices in the vote, in consumption, in the rejection of conformism (overheating, globalism etc).
A British teen study found that effects on mental well-being are limited. After all, drug addiction is much, much more alarming than that from the Internet, which, if desired, is cut off quickly.
Let's take Facebook, its language allows us to understand if the user is depressed, anxious or if a group is being built and cemented on shared themes, from race to a collective goal.
It's all research material, including online gambling sites, for those dealing with rare mental illnesses, bipolar or borderline personalities. (inquirer.com \ May 31, 2019)







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