Gucci (francese), Prada e Dolce&Gabbana (italiani), Burberry (inglese) hanno irritato, soprattutto i cinesi. La moda è stata creatività senza confini; ma ultimamente inciampa su razzismo e cattivo gusto.
Vediamo.
Alcuni giorni fa Guccì presenta con squilli e sussiego, come sempre, un maglione stile passamontagna , che copre mento e naso, lasciando all'altezza della bocca un'apertura con due grosse, labbra rosse, simile al viso della razza nera. Offensivo che desta indignazione, viene prontamente ritirato dai negozi.
Prada aveva dovuto togliere dalla vendita a dicembre un ciondolo da borsetta, raffigurante una scimmia con sembianze africane.
Dolce&Gabbana si sono dovuti pubblicamente scusare dopo il video pubblicitario insolente con modella cinese e le successive ingiurie al popolo cinese in reazione alle critiche.
Ancora fresca la campagna Burberry per il nuovo anno cinese, paragonata ai film asiatici dell'orrore. La lista degli incidenti causa di sdegno generale è più lunga- si pensi all'appropriazione cd. culturale contestata assurdamente- cosa che spinge a domandarsi se è finita un'era o se le Case hanno smarrito la percezione delle sensibilità sociali. Ormai sembrano spesso sinonimo di 'cattivo gusto' oppure di 'razzismo'.
Sulla questione somiglianza con i neri d'Africa la Luiss romana sostiene che la nostra società è tuttora insufficientemente consapevole dell'effetto razziale di certe parole o immagini. Lo ha dichiarato al quotidiano, che ha raccolto e trasmesso le critiche feroci di cui sopra, il South China Morning Post(8 febbraio 2019). Vero solo parzialmente, perché è della proprietà francese di Gucci la responsabilità della narrazione pubblicitaria sui mercati.
L'arroganza delle griffe d'Europa è grande, hanno accumulato ricchezze che gli fanno pensare tuttora, nel pieno della travolgente rivoluzione informatica che sta cambia l'umanità, di potere influenzare i consumi come nel passato.
Vero, hanno perso il contatto con la folla, in primis con la classe avanzata cinese. E continuano sia a sfruttare il lavoro, specialmente femminile e infantile, proprio in Asia sia ad inquinare con l'ovvio intento di guadagnare decine di volte sui costi. La catena nebbiosa dei fornitori ( tessuti, pelli, chimica) ne è complice.
Un'era sta finendo, cari milord.
Every day she (15-years-old) helps create 480 pairs of jeans
The Chinese criticize European luxury brands
Guccì(French), Prada and Dolce&Gabbana(Italians), Burberry(English) have irritated mostly the Chinese people. Fashion would be creativity without boundaries but recently some luxury brands have tripped over racist imagery.
The latest stumble has been with Gucci, which produced a black wool balaclava jumper that pulls over the chin and nose. It has a slit on the mouth ringed with giant red lips, similar to 'blackface'. It was an offending garment and was withdrawn from sales few days ago.
Prada withdrew a monkey bag charm similar to blackface in December.
Dolce&Gabbana had to apologize after an offending video with a Chinese model and following insulting remarks about Chinese people.
Recent Burberry campaign for the Chinese New Year was compared to Asian horror films. A long list of incidents have caused public outrage. Does it mean an era is gone or they have lost touch with public feeling?
Now they appear as'bad taste' or 'racist'.
About blackface images Luiss University from Rome said that Italian society still isn't fully aware of the racial charge in some words and images.
The above complaints have been listed lastly by South China Morning Post (8 February, 2019).
The arrogance of European brands is great, they are very wealthy companies which believe to be still able to influence the consumers as in the past.
They have lost touch with folks, and lastly with Chinese people.
They continue to exploit workers, mostly female and children in Asia, and to pollute the environment for gaining tens times more their costs. The supply chain (fabrics, leathers, chemicals) is accomplice.
An era is finishing, milords!
Comments
Post a Comment