"Il Fatto Quotidiano.it"scrive(29 giugno) che Bolognafiere è in rosso e che ,come dichiara il sindaco Merola,occorre licenziare 123 part time. Reazione di M5S, che accusa CGIL di averlo negato per ragioni elettorali legate al ballottaggio. Nel 2015 l'ente ha perso 8,9 milioni di euro, in difficoltà da anni a causa di :crisi economica, perdita di fiere "importantissime"(Motor Show),concorrenza serrata di altre città come Milano"che recentemente ha strappato agli emiliani la celebre Lineapelle".
Questa è la cronaca. Dietro c'è un'altra verità.
Le guerre tra quartieri fieristici quasi sempre provengono da una lotta furibonda di altri.Sono gli espositori che,sotto una leadership oligarchica o intruppati in rappresentanze collettive,prima bussano all'ingresso dell'ente antagonista e poi,se accontentati,se ne vanno da quello che li sta ospitando.
La "celebre" Lineapelle,nata a Milano,quasi 30 anni fa scappò in Emilia,perchè la Giunta regionale lombarda le stava spaccando l'autorizzazione amministrativa per operare.Da due anni è tornata;ma per scelta propria,essendo divenuti sia calendario sia quartiere inadeguati alle dimensioni e al ruolo mondiale della rassegna.
Condussi personalmente l'operazione"rientro",come avevo fatto per la "fuga"decenni prima. Lo sottolineo,gli spostamenti erano voluti o condivisi dagli operatori;mentre i manager di Rho avevano già provato a convincermi in precedenza, inutilmente.
Prendiamo la rivalità con Parigi nella moda. Roma ministeriale e nazionalista vorrebbe,portafoglio in mano,compattare tutte le mostre settoriali per sfidare i francesi. Velleità perdente. A prescindere dalle tempistiche e dalle specializzazioni dei soggetti ammucchiati,diverse se non opposte,è il mercato che sceglie,che vince o che perde.La metà degli espositori e almeno1/3 dei visitatori frequentatori abituali di Nord Villepinte è italiana!Non solo,se costretti a scegliere, i nostri disertano qua e corrono là, senza incertezza alcuna. Ho visto pescecani travestirsi da mammolette ed incolpare dell'espatrio l'innocente venditore. Là c'è il lusso,la vetrina prestigiosa,il buyer ricco. Certo,espedienti occulti per attirarli ne esistono.Stand gratis,bel posizionamento nel padiglione,promotion mediatica, valorizzazione della linea stilistica dell'azienda corteggiata,rebate etc. Quanto reggono? Qualche edizione,poi prevalgono gli interessi e i valori di domanda e offerta. Conta il successo dei prodotti in vendita,a prescindere dal contributo statale.
Oggi,come si vede,i quartieri fieristici subiscono indistintamente grosse difficoltà,sono troppi causa campanilismo,appaiono sorpassati dall'economia "istantanea" e dalle potenzialità del web,compresi i tagli di spesa. Fenomeno che sto studiando.
The daily "Il Fatto Quotidiano" has published the probable dismissal of 123 workers at BolognaFiere.One reason would be the snatch of Lineapelle by Milan exposition centre.But who mostly start the wars are the exhibitors not the Expos.I am who moved Lineapelle from Milan more than 30 years ago because of local politicians and who has now brought it back because of wrong calendar and old premises. Look at the rivalry between Milan and Paris in fashion industry. It isn't a wrestling between fair grounds' managers. 50% of Paris Nord Villepinte exhibitors are Italians and 1/3 of visitors too.Is the market which decides the winner at last. The exhibition centers are today weaker,full of debts and loose space in front of the web. On which I am betting.
Questa è la cronaca. Dietro c'è un'altra verità.
Le guerre tra quartieri fieristici quasi sempre provengono da una lotta furibonda di altri.Sono gli espositori che,sotto una leadership oligarchica o intruppati in rappresentanze collettive,prima bussano all'ingresso dell'ente antagonista e poi,se accontentati,se ne vanno da quello che li sta ospitando.
La "celebre" Lineapelle,nata a Milano,quasi 30 anni fa scappò in Emilia,perchè la Giunta regionale lombarda le stava spaccando l'autorizzazione amministrativa per operare.Da due anni è tornata;ma per scelta propria,essendo divenuti sia calendario sia quartiere inadeguati alle dimensioni e al ruolo mondiale della rassegna.
Condussi personalmente l'operazione"rientro",come avevo fatto per la "fuga"decenni prima. Lo sottolineo,gli spostamenti erano voluti o condivisi dagli operatori;mentre i manager di Rho avevano già provato a convincermi in precedenza, inutilmente.
Prendiamo la rivalità con Parigi nella moda. Roma ministeriale e nazionalista vorrebbe,portafoglio in mano,compattare tutte le mostre settoriali per sfidare i francesi. Velleità perdente. A prescindere dalle tempistiche e dalle specializzazioni dei soggetti ammucchiati,diverse se non opposte,è il mercato che sceglie,che vince o che perde.La metà degli espositori e almeno1/3 dei visitatori frequentatori abituali di Nord Villepinte è italiana!Non solo,se costretti a scegliere, i nostri disertano qua e corrono là, senza incertezza alcuna. Ho visto pescecani travestirsi da mammolette ed incolpare dell'espatrio l'innocente venditore. Là c'è il lusso,la vetrina prestigiosa,il buyer ricco. Certo,espedienti occulti per attirarli ne esistono.Stand gratis,bel posizionamento nel padiglione,promotion mediatica, valorizzazione della linea stilistica dell'azienda corteggiata,rebate etc. Quanto reggono? Qualche edizione,poi prevalgono gli interessi e i valori di domanda e offerta. Conta il successo dei prodotti in vendita,a prescindere dal contributo statale.
Oggi,come si vede,i quartieri fieristici subiscono indistintamente grosse difficoltà,sono troppi causa campanilismo,appaiono sorpassati dall'economia "istantanea" e dalle potenzialità del web,compresi i tagli di spesa. Fenomeno che sto studiando.
The daily "Il Fatto Quotidiano" has published the probable dismissal of 123 workers at BolognaFiere.One reason would be the snatch of Lineapelle by Milan exposition centre.But who mostly start the wars are the exhibitors not the Expos.I am who moved Lineapelle from Milan more than 30 years ago because of local politicians and who has now brought it back because of wrong calendar and old premises. Look at the rivalry between Milan and Paris in fashion industry. It isn't a wrestling between fair grounds' managers. 50% of Paris Nord Villepinte exhibitors are Italians and 1/3 of visitors too.Is the market which decides the winner at last. The exhibition centers are today weaker,full of debts and loose space in front of the web. On which I am betting.
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